
Stabili i consumi di gas, per gli incidenti lievi variazioni numeriche. Non cambiano le cause degli accadimenti più frequenti
Rispetto delle regole e responsabilità per combattere il trend, registrato ogni anno dal Comitato Italiano Gas
Il quadro nazionale degli incidenti da gas in Italia viene presentato ogni anno dal Comitato Italiano Gas su mandato dell’Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas e il Sistema Idrico. Per l’anno 2016, la statistica per il gas distribuito a mezzo reti (gas canalizzato) presenta un numero di accadimenti sostanzialmente in linea con l’anno precedente (2015), mentre l’andamento degli incidenti relativi all’utilizzo di GPL distribuito in bombole e piccoli serbatoi ha fatto segnare per l’anno in corso una diminuzione del numero totale di accadimenti. Anche in questo anno non sono stati registrati incidenti sui piccoli serbatoi installati.
Gli incidenti da gas canalizzato e da GPL
Relativamente al gas canalizzato, nel 2016, pur in stabilità di consumo e utenze servite, si è verificata una leggerissima crescita degli accadimenti: si sono registrati 123 incidenti, con un aumento di 3 incidenti rispetto all’anno precedente, mentre quelli mortali sono diminuiti di 4 unità (da 15 a 11), rispetto al 2015.
Nel settore del GPL, in stabilità di consumo, il numero degli incidenti è diminuito, attestandosi a 124 incidenti, 12 in meno rispetto all’anno precedente, con un aumento rispetto al 2015 di quelli mortali (da 18 a 23).
Le cause
Nel caso del gas canalizzato si conferma che il combinato disposto di inidoneità/assenza dell’impianto di evacuazione fumi e/o insufficiente aerazione/ventilazione del locale, rappresentano la causa principale degli incidenti (33% dei casi). Il malfunzionamento dell’apparecchio e/o l’installazione irregolare hanno altresì un ruolo rilevante nel provocare incidenti (26%).
Tende ad ampliarsi il gap qualitativo tra impianti e apparecchi costruiti/installati e/o manutenzionati a regola d’arte e quelli abbandonati a sé stessi. Persiste uno zoccolo duro di impianti e apparecchi obsoleti e spesso non più a norma, la cui «qualità» sta progressivamente degradando, creando quindi le condizioni per potenziali peggioramenti delle conseguenze di eventuali incidenti.
Le principali cause degli incidenti da GPL: l’uso scorretto o l’errata manovra sulle bombole, insieme alla disattenzione, sono responsabili del 33% degli incidenti registrati e del 18% dei decessi.
Il profilo degli infortunati
L’esame della composizione per età e nazionalità degli infortunati e dei deceduti consente di rilevare che, se da un lato molte delle cause sopra descritte trovano maggiore facilità di accadimento in contesti sociali disagiati, da un altro lato esse hanno a che fare con residenti stranieri in misura molto minore di quanto ci si potrebbe aspettare.
Nel caso del gas canalizzato il 73% degli infortunati e il 92% dei deceduti nel 2016 sono stati di nazionalità italiana. Un quadro del tutto simile emerge dai dati relativi al GPL con l’87% di infortunati e 79% di deceduti di nazionalità italiana.
L’andamento stagionale
L’analisi dell’andamento stagionale degli incidenti consente di individuare un primo fenomeno: nel caso del gas canalizzato, a fronte di un modesto aumento complessivo dei sinistri (da 120 a 123) sono diminuiti minimamente gli incidenti nella stagione invernale (gennaio- marzo, novembre-dicembre) da 89 a 88, mentre sono aumentati i sinistri estivi da 31 a 35. In questo contesto sono rimasti invariati gli incidenti mortali in periodo invernale (8) e fortemente diminuiti quelli in periodo estivo (da 7 a 3). Nel caso del GPL gli incidenti si sono ridotti sia nel periodo invernale (da 73 a 63) sia nel periodo estivo (da 63 a 61). Gli incidenti mortali sono equamente suddivisi tra periodo invernale (12) ed estivo (11).
La prevenzione
Gli incidenti da gas non sono accadimenti ineluttabili, ma possono essere efficacemente prevenuti con il puntuale rispetto di poche, fondamentali regole: la precisa osservanza delle leggi; la conformità alla normativa tecnica di specie; il rispetto delle scadenze previste per la manutenzione e per l’eventuale sostituzione di componenti (es.tubo di gomma per il collegamento di bombole agli apparecchi); la conduzione corretta dell’impianto di adduzione del gas e degli apparecchi di utilizzazione, inclusa la loro manutenzione; l’attenzione alla conduzione idonea dei sistemi di evacuazione dei prodotti della combustione, inclusa la loro manutenzione, in modo da garantirne sempre la perfetta efficienza. Infine, l’attenzione all’installazione corretta di componenti d’impianto aggiuntivi (non obbligatori per legge).
Raccomandazioni del CIG
Sulla base di queste analisi si confermano le priorità da tempo indicate dal CIG: in primo luogo è necessario creare le condizioni per favorire, ampliando ed estendendo temporalmente gli incentivi per l’adeguamento degli impianti e per la sostituzione degli apparecchi. Dal settembre 2015 i nuovi requisiti di efficienza energetica fissati dai Regolamenti UE di fatto comportano, per le nuove installazioni, il ricorso a caldaie a condensazione, richiedendo anche interventi piuttosto onerosi sui sistemi fumari.
Dal punto di vista tecnico-normativo, prosegue l’impegno del CIG: le norme di installazione, messa in servizio e verifica sono continuamente revisionate ed aggiornate.
Gli apparecchi di utilizzazione e la componentistica d’impianto di qualità e conforme alle leggi e alle norme tecniche, da molto tempo non danno adito a problemi di difettosità all’origine, molta cura è stata dedicata all’introduzione di materiali innovativi.
In materia di prevenzione degli incidenti, l’informazione relativa alla sicurezza, diretta ai clienti finali civili (utenti) rimane una delle azioni più efficaci: sarebbe opportuno destinare un po’ di euro per finanziare campagne informative del tipo «pubblicità progresso» eventualmente drenando fondi da discutibili impieghi collaterali.
La direzione del Comitato Italiano Gas – CIG