In occasione della Giornata mondiale dell’acqua, istituita dall’ONU e celebrata ogni anno il 22 marzo, l’Istat fornisce un quadro di sintesi delle principali statistiche sulle risorse idriche.
Nel 2015 il volume di acqua complessivamente prelevato per uso potabile sul territorio italiano dagli oltre 1.800 enti gestori di fonti di approvvigionamento ammonta a 9,49 miliardi di metri cubi. Il 76,3% di questo volume, pari a poco più di sette miliardi di metri cubi, è stato misurato attraverso idonei strumenti di misura mentre il restante 23,7% è stato stimato dai gestori delle fonti. In assenza dei misuratori, è frequente l’uso della portata massima di concessione come parametro di stima, benché essa non corrisponda al reale valore di prelievo. L’analisi dei dati fa emergere un utilizzo degli strumenti di misura piuttosto variabile sul territorio e correlato soprattutto al tipo di gestione (se specializzata o in economia) e alla tipologia di fonte.
I 375 gestori specializzati hanno contribuito al prelievo del 92,3% del volume complessivo, pari a circa 8,76 miliardi di metri cubi di acqua. Il 79,8% del volume prelevato è misurato.
I 1.502 gestori in economia, quindi, si sono occupati del prelievo del restante 7,7% del volume complessivo, pari a circa 727 milioni di metri cubi. L’incidenza delle procedure di stima è, in questo caso, piuttosto rilevante e soltanto il 33,7% dei volumi risulta misurato dai gestori in economia.
Gli acquedotti sono complessivamente gestiti, nel 2015, da 2.306 enti che operano in 8.024 comuni (il 99,7% dei comuni italiani).
Il servizio di distribuzione è in gran parte affidato ad una gestione specializzata. Infatti 331 enti specializzati gestiscono l’86,4% dei volumi immessi in rete, mentre 1.975 gestori in economia si occupano del restante 13,6%. Nel complesso, il 68,0% del volume di acqua immessa in rete è soggetto a misurazione; tale percentuale sale al 71,9% nel caso di gestori specializzati e scende al 42,9% nel caso di gestori in economia.
Le perdite idriche totali percentuali, aliquota dell’acqua immessa che non arriva agli utenti finali, si attestano al 41,4% a livello nazionale.
Nel 2017 si attesta al 10,1% la quota di famiglie italiane che lamentano irregolarità nel servizio di erogazione dell’acqua nelle loro abitazioni.
In 342 comuni, in cui risiedono circa 1,4 milioni di abitanti (2,4% della popolazione totale), è totalmente assente il servizio di depurazione delle acque reflue urbane.
Con riferimento alle ripartizioni territoriali, il maggior tasso di depurazione si registra nel Nordovest, dove è trattato il 68,2% di tutto il carico potenzialmente generabile all’interno della propria ripartizione.
Tutti dettagli nel documento in download, consultabile anche su
https://www.istat.it/it/files/2018/03/Focus-acque-2018.pdf
Fonte: www.istat.it