Italian Energy Summit del Sole 24 Ore

29 set 2021
Le dichiarazioni del Ministro della Transizione Ecologica Roberto CINGOLANI, del Presidente ARERA Stefano BESSEGHINI, del Presidente di Confindustria Energia Giuseppe RICCI e dei protagonisti del settore in occasione della prima giornata di Italian Energy Summit del Sole 24 Ore.

Numerosi gli spunti emersi dalle dichiarazioni rilasciate dai protagonisti del settore nel corso della prima giornata di Italian Energy Summit del Sole 24 Ore. Di seguito una rassegna degli interventi.

 

CINGOLANI: L’ITALIA HA UN PIANO PER UNA TRANSIZIONE ENERGETICA COLOSSALE MA BISOGNA LAVORARE SU ASTE RINNOVABILI E PERMITTING

“Abbiamo un piano molto ambizioso che segue ovviamente i target dell’accordo di Parigi di decarbonizzazione al 55% nel 2030 rispetto ai valori del 1990: dovremmo arrivare per il 2030 ad avere oltre il 70% della nostra elettricità prodotta da sorgenti rinnovabili, che vuol dire nei prossimi anni impiantare e fare una grande operazione infrastrutturale per impiantare circa 70 gigawatt di impianti rinnovabili fotovoltaici ed eolici prevalentemente, che è una transizione energetica di proporzioni colossali”. Così Roberto Cingolani, Ministro della Transizione Ecologica, parlando al 21esimo Energy Summit organizzato da 24 Ore Eventi in collaborazione con Il Sole 24 Ore. “Noi oggi stiamo installando 0,8 GW l'anno all'incirca e da quest'anno dovremmo andare a 8 GW all'anno, quindi è un obiettivo molto ambizioso che se raggiunto ci consentirà poi seriamente di fare la transizione sia nella mobilità o nei settori industriali”. Per andare in questa direzione, ha sottolineato il ministro “i problemi sono innanzitutto di natura infrastrutturale perché qui si tratta di un’operazione estremamente grande e il primo punto è quello di fare delle aste che siano attrattive per gli investitori, per chi fa gli impianti, che siano anche credibili nella durata”; senza contare il tema della “catena di permessi, purtroppo arrivata a durare anche oltre 1200 giorni e non ce lo possiamo permettere. Abbiamo fatto un importante lavoro col decreto semplificazioni con una serie di misure che dovrebbero portare il tempo medio per i permessi intorno ai 200/250 giorni”.

CINGOLANI: SE NON SI RISPETTANO TEMPI FONDI PNRR A RISCHIO, IL DECRETO SEMPLIFICAZIONI DEVE AIUTARE

Se non si rispettano i tempi c’è il rischio che i fondi europei legati al Pnrr arrivino in misura inferiore. E’ quanto ha evidenziato il ministro della Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. “Il Pnrr è un contratto tecnicamente giuridicamente vincolante con l’Europa per cui noi dobbiamo rispettare la road map che è stata consegnata e dobbiamo essere molto seri nel rispettarla perché se per caso ritardiamo – tra l’altro come sapete i fondi arrivano a saldo quindi c’è un anticipo ma poi si fa il saldo sulla fattura attiva - se uno non spende e non fa le cose poi rischiamo di vederci ritirati i fondi che invece sono stati impegnati su uno specifico calendario, quindi dobbiamo essere estremamente seri estremamente efficaci”, ha sottolineato il ministro, sottolineando che “anche per questo il Decreto semplificazioni deve aiutare nella direzione di essere rapidi”.

 

ENERGIA: CINGOLANI, INDIPENDENZA ENERGETICA È UN SOGNO, SFRUTTARE SOLARE. SE CI LIBERIAMO DAL GAS MENO ESPOSTI A VARIAZIONE PREZZI

“L'indipendenza energetica è un sogno che Paesi come l'Italia, ad alto valore manifatturiero peraltro, perseguono. Fatemi dire una cosa un po' pittoresca: se prima il dono di natura era avere il petrolio sottoterra, adesso può essere avere l’irraggiamento solare molto alto. Quindi siamo noi che abbiamo i nuovi giacimenti di luce. Quindi se siamo bravi a sfruttarli questo ci mette in condizioni di vantaggio… Ricordiamoci che dipendere dal gas - si è dimostrato anche negli ultimi mesi - significa che quando crescono le quotazioni del gas cresce il prezzo dell'energia elettrica e del riscaldamento delle case, quindi questo è un impegno per i cittadini soprattutto quelli più vulnerabili ma un impegno anche per la competitività delle aziende. Quindi l'indipendenza ci dà anche molto direttamente un abbassamento dei costi e più competitività alle aziende”, ha spiegato. “Se saremo bravi, rapidi e puntuali nel costruire il nostro sistema di rinnovabili e contestualmente crescerà la tecnologia degli accumulatori, ci libereremo del gas prima. Se non saremo bravi ne avremo bisogno perché non c’è altra soluzione. Quindi credo che serva assolutamente una grande obiettività nella valutazione di questi dati e di queste cose”, ha aggiunto il ministro.

 

BESSEGHINI (ARERA): INTERVENTO SU BOLLETTE IMPORTANTE PER FAMIGLIE

E’ stato messo a punto un “intervento molto importante per cercare almeno di mitigare l’incremento dei prezzi di elettricità e gas per le famiglie in difficoltà”. Così Stefano Besseghini, presidente di Arera, in riferimento al provvedimento del Governo che ha ridotto i rincari a +29,8% per la luce e al +14,4% per il gas. Tutto ciò, ha spiegato Besseghini, è legato a vari fattori, tra cui l’incremento dei costi dell’anidride carbonica, “a sua volta legato alla transizione energetica”, gli strascichi del Covid e anche il fatto che la nostra filiera di approvvigionamenti del gas è un po’ in sofferenza. Con riferimento al possibile impatto del caro bollette sulle imprese, Besseghini ha commentato: “Tutte le occasioni in cui possiamo intervenire per ridurre strutturalmente in Italia il costo dell’elettricità sono da sfruttare”.

 

RICCI (CONFINDUSTRIA): ABBANDONARE IDEOLOGIE PER CENTRARE TARGET VERDI COSÌ UNA SFIDA IMPOSSIBILE PUÒ DIVENTARE UN’OPPORTUNITÀ

"Abbandonando le ideologie e unendo le forze, si possono traguardare anche gli obiettivi del Fit for 55”. Lo ha ribadito, intervenendo all’Italian Energy Summit del Sole 24 Ore, l’Ingegner Giuseppe Ricci, presidente di Confindustria Energia. “Quella che sembra una sfida impossibile può diventare una grande opportunità applicando tutte le integrazioni e le sinergie, senza lasciare indietro nessuno, stando attenti a mantenere l’occupazione e la competitività delle nostre imprese”.

“Adottando tutte le soluzioni disponibili e tecnologicamente mature, ricercando integrazioni, sinergie e complementarietà tra di loro, spingendo ciascuna di esse dove la sua applicazione è più efficiente - ha aggiunto Ricci -, si ridurrà il concreto rischio di non raggiungere l’obiettivo del 2030, si utilizzeranno meglio le risorse economiche disponibili e si limiterà il più possibile l’incremento del costo dell’energia, che graverà sulle famiglie e sulle aziende”.

 

Nel corso della prima giornata dell’Italian Energy Summit del Sole 24 Ore, sul tema delle strategie poste in essere dai player del settore per fronteggiare la transizione green sono intervenuti tra gli altri: Francesco Starace, CEO ENEL, Claudio Descalzi, CEO ENI, Marco Alverà, CEO Snam, Stefano Donnarumma, CEO Terna, Valerio Battista, CEO Prysmian Group, Renato Mazzoncini, CEO A2A, Paolo Gallo, CEO Italgas, Giuseppe Gola, CEO Acea, Paolo Merli, Amministratore Delegato ERG, Gianni Vittorio Armani, Amministratore Delegato Iren, Luca Schieppati, Managing Director TAP.

 

STARACE (ENEL): PNRR PRESENTATI PROGETTI PER 26 MILIARDI. MA PER NOI PIÙ DEI FONDI SONO IMPORTANTI LE RIFORME

Enel ha presentato progetti per 26 miliardi che possono rientrare nel Pnrr. E’ quanto ha dichiarato Francesco Starace, Ceo di Enel: “Il Pnrr ha di fatto due binari che viaggiano assieme – ha ricordato – da una parte la disponibilità di fondi (200 miliardi di euro circa) e dall’altra le riforme strutturali per far sì che ci sia un’ulteriore leva sui fondi privati e sugli sblocchi autorizzativi. Quale delle due leve è la più importante per Enel? Solo 6 miliardi sono fondi che andiamo a richiedere per far partire alcune iniziative, gli altri 20 miliardi non hanno bisogno di fondi Ue ma che le riforme si compiano”. “Per noi è molto più importante che si facciano le riforme strutturali”, ha ribadito Starace, sottolineando che ai progetti presentati da Enel nell’ambito del Pnrr è legata la creazione, a livello di indotto, di 100mila posti di lavoro.

 

STARACE: GAS IN SARDEGNA? NON MI SEMBRA UNA GRANDE SCELTA INDUSTRIALE. SOSTITUIRE IL CARBONE CON LE RINNOVABILI

“Portare il gas in Sardegna non mi sembra una grande scelta industriale”. E’ quanto ha dichiarato Francesco Starace, Ceo di Enel, intervenendo al 21esimo Energy Summit organizzato da 24 Ore Eventi in collaborazione con Il Sole 24 Ore, interpellato sul futuro green dell’isola che si avvicina alla chiusura delle centrali a carbone. Secondo il manager, per sostituirle, bisogna spingere sull’installazione di asset rinnovabili nell'isola, in cui c'è ampia disponibilità di sole e vento.

 

DESCALZI (ENI): DECARBONIZZAZIONE SÌ MA CAMBIARE ANCHE STRUTTURA DOMANDA. ALTRIMENTI I PREZZI SALGONO

“Se si parla di eliminare immediatamente gli idrocarburi, come gas ma anche carbone che resta una fonte energetica a livello mondiale, senza modificare la domanda, che peraltro negli ultimi tempi è salita molto, i prezzi salgono”. Così Claudio Descalzi, Ceo di Eni, interpellato sull'attuale caro-energia. Il manager ha sottolineato che “negli ultimi anni ci sono stati pochi investimenti, ridotti soprattutto durante il Covid e ora, anche se i contratti dei grandi fornitori a partire dalla Russia vengono rispettati, c’è scarsità di gas, anche perché in Europa compriamo tutto il gas che usiamo”. Per concludere: “decarbonizzazione sì, ma l’energia deve essere un mosaico integrato di diverse fonti e non si può in pochissimo tempo cambiare questi paradigmi o cambiare solo l’offerta ma non la domanda”.

 

ALVERÀ (SNAM): OGGI LA SARDEGNA VA A GPL E CARBONE, NON CON LE RINNOVABILI. SERVE GAS PER USCIRE DAL CARBONE: PUNTO D'ARRIVO ISOLA GREEN

“Conosco il suo pensiero, siamo d’accordo sul punto di arrivo, una Sardegna Green. Oggi la Sardegna va a diesel, a carbone e a Gpl, non a energie rinnovabili. Chi si riscalda lo fa con il Gpl”. Così Marco Alverà, Ceo di Snam, dopo che il numero uno Francesco Starace aveva dichiarato che portare il gas in Sardegna non è una grande scelta industriale. “Non è la Snam che decide cosa si fa, sono il Governo e il regolatore. Noi abbiamo partecipato a studi approfonditi che dicono come il gas accompagnato alle rinnovabili per usi industriali può essere una valida soluzione nel breve periodo, nel lungo ci sarà l’idrogeno”.

 

ALVERÀ, PIÙ TRANQUILLI SU APPROVVIGIONAMENTI GAS GRAZIE A TAP E STOCCAGGI. IN VISTA DELLA STAGIONE INVERNALE

"Il Tap, avviato a inizio anno, nel 2021 trasporterà verso il nostro Paese circa 7-7,5 miliardi di metri cubi di gas, pari a oltre il 10% del nostro fabbisogno annuo. L’aggiunta di una nuova rotta di importazione ci consente di accrescere la nostra sicurezza energetica. L’avvento del Tap, peraltro, ci ha consentito di contenere lo storico spread di prezzo rispetto al Nord Europa, la cui permanenza avrebbe ulteriormente aggravato la situazione attuale". Così Marco Alverà, Ceo di Snam: "Il fatto che in molti casi il nostro mercato sia diventato più conveniente, abbinato agli investimenti fatti da Snam nel “reverse flow” per invertire il senso di marcia del gas a Passo Gries, ci consente di esportare più frequentemente. Da lì, nel mese di agosto, abbiamo esportato 66 milioni di metri cubi di gas a fronte di un import di appena 6 milioni di metri cubi".

"L’altra peculiarità del nostro sistema sono gli stoccaggi: l’Italia è il Paese europeo con la più alta capacità di stoccaggio, in particolare grazie ai nove siti gestiti da Snam. Grazie a questa capacità – e grazie ai benefici della regolazione oggi siamo meglio posizionati rispetto agli altri paesi europei. I nostri stoccaggi, nonostante le difficoltà di approvvigionamento di questo periodo, sono pieni per oltre l’85% (incluso lo stoccaggio strategico), rispetto a una quota di circa il 60% di Germania e Olanda e alla situazione davvero difficile del Regno Unito, che nel 2017 ha commesso l’errore di chiudere il suo ultimo sito. Nonostante una percentuale di riempimento comunque inferiore rispetto agli ultimi anni, possiamo guardare con maggiore tranquillità alla stagione invernale rispetto ai nostri vicini europei. Anche la Francia è in una posizione favorevole e non è un caso: anche loro dispongono di un sistema regolato", ha aggiunto il manager.

 

DONNARUMMA (TERNA): FONDAMENTALE COLMARE GAP SU RINNOVABILI. IL CEO TERNA: "PER NOI PIANO DA 18 MILIARDI IN 10 ANNI"

“Il tema fondamentale per l’Italia è colmare in 10 anni il gap infrastrutturale che vale tra 40 e 60 GW tra solare ed eolico, i ritmi attuali non sono sufficienti e la rete deve accompagnare questo sviluppo... Il piano di Terna prevede investimenti per 18 miliardi in 10 anni: per cinque anni siamo blindati e il 70% è già approvato a livello autorizzativo”. Una battuta anche sul Recovery Plan, su cui la priorità – secondo il manager – è “dare molta importanza a progetti molto grandi, stando attenti all’eccessiva frammentazione: bisognerà fare sistema”.

 

BATTISTA (PRYSMIAN): CARO MATERIE PRIME TRANSITORIO, LO CHOC NON DURERÀ PER MOLTO. IL CEO DI PRYSMIAN: IN 6 MESI-1 ANNO SITUAZIONE PIÙ NORMALE

“Non vedo motivo per cui questo choc debba continuare per molto. E’ legato alla pandemia, allo svuotamento dello stock e della pipeline dei fornitori e ora che i mercati sono ripartiti, forse un po’ più velocemente del previsto, forse con più ottimismo del necessario, bisogna fronteggiare una domanda molto forte”. Così Valerio Battista, Ceo di Prysmian riguardo l'attuale caro materie prime. “Ci vorranno sei mesi-un anno poi torneremo a una situazione più normale”, ha previsto il manager.

 

MAZZONCINI  (A2A): PER FARE INFRASTRUTTURE OFFRIRE BENEFICI DIRETTI A CITTADINI. IL CEO DI A2A: ANCHE LE ISTITUZIONI SI PRENDANO LE LORO RESPONSABILITÀ

“Per l’infrastrutturazione del Paese le istituzioni a livello regionale e nazionale si devono prendere le loro responsabilità ma anche le imprese possono agire su due fronti. Innanzitutto devono fare delle cose belle, nel senso di design del termine, guardate il termovalorizzatore di Copenaghen. In secondo luogo serve un beneficio diretto alle popolazioni impattate, vicino Pavia per esempio stiamo realizzando un termovalorizzatore e abbiamo previsto che i cittadini ricevano uno sconto a vita in bolletta”. E ancora Renato Mazzoncini Ceo di A2A: “Il crossing tra gestione dell’energia e ciclo dei rifiuti sta diventando interessante”. – ha aggiunto Mazzoncini - L’idrogeno verde se riesci a produrlo a costo basso sarà chiave nella decarbonizzazione. Anche il biometano, derivante da scarti urbani e della filiera zootecnia, ha un potenziale enorme. In alcune città, solo con l’umido urbano, si potrebbe chiudere il ciclo”.

 

GALLO (ITALGAS): CLOSING ACQUISIZIONE GRECA DEPA ENTRO FINE ANNO. IL CEO: NON VEDO PROBLEMI AUTORIZZATIVI

“Siamo molto contenti di quello che siamo riusciti a fare, questa gara ci ha tenuto impegnati due anni, abbiamo visto tre diversi governi greci passare. Alla fine ha prevalso l’operatore industriale. Ora ci aspetta qualche mese perché dobbiamo ottenere l’autorizzazione della Corte dei Conti greca e il regolatore deve fare delle verifiche e infine c’è l’Antitrust, ma essendo noi non presenti in Grecia dovrebbe essere tutto molto semplice”. Inoltre Paolo Gallo, Ceo di Italgas, riguardo la recente acquisizione della greca Depa ha aggiunto: “Prevedo il closing entro fine anno o al massimo nelle prime settimane del 2022”.

 

GALLO, GAS IN SARDEGNA? I CITTADINI VEDONO GIÀ BENEFICI IN BOLLETTA. IL CEO ITALGAS: "SERVE ALTERNATIVA NEL BREVE AL CARBONE"

“Le similitudini tra la Grecia e la Sardegna sono note. In Grecia hanno le idee chiare: l’uscita dal carbone deve avere nel breve periodo un’alternativa, dunque il gas”. Paolo Gallo, Ceo di Italgas, ha evidenziato che Italgas ha fatto della metanizzazione della Sardegna uno dei propri pilastri strategici. “In Sardegna il gas c’è già, abbiamo oltre 5mila clienti che utilizzano il gas naturale e realizzato 1000 km di rete, di cui due terzi già in funzione. Stiamo trasformando le vecchie reti in Gpl a gas naturale e i cittadini sardi vedono il beneficio immediato di far calare la bolletta del 25-30%, beneficio purtroppo oggi compensato dall’incremento che vediamo in questi giorni”, ha aggiunto Gallo sottolineando che la rete installata oggi in Sardegna “nel breve e medio periodo accoglierà metano e idrogeno e svolgerà un ruolo di stoccaggio di cui un’isola ha particolarmente bisogno, in particolare se c’è una struttura tutta rinnovabile”.

 

GOLA (ACEA): VOGLIAMO PARTNER IN FOTOVOLTAICO PER ACCELERARE LO SVILUPPO. IL CEO: "CEDEREMO MAGGIORANZA DI VEICOLO SU RINNOVABILI"

“Siamo partiti un paio di anni fa a fare acquisizioni nel fotovoltaico, non ci poniamo vincoli, siamo alla ricerca di un partner finanziario, un fondo, a cui cederemo una quota di maggioranza del veicolo con cui lavoriamo su questo fronte ma con esso Acea manterrà un rapporto molto forte”. Giuseppe Gola, Ceo di Acea, ha aggiunto: “Abbiamo un target di 750 MW ma vogliamo accelerare ancora, vogliamo essere protagonisti della transizione energetica”. Per lo sviluppo delle rinnovabili, ha sottolineato ancora, il tema non è la disponibilità di capitale ma i processi autorizzativi.

 

MERLI (ERG): PER LA TRANSIZIONE SERVE PIÙ SEMPLIFICAZIONE

"Il presidente del Consiglio ha paragonato la transizione energetica in termini di necessità di misure rapide alla pandemia - ha aggiunto Merli - e anche qua dovremmo usare strumenti straordinari di semplificazione, rivedendo la governance". Paolo Merli, amministratore delegato di Erg, ha aggiunto: "Qualcosa è stato già fatto e ho visto una grande accelerazione da quando è stato istituito il ministero della Transizione ecologica. Il decreto semplificazioni è vero che ha semplificato. Servono strumenti di edilizia semplificata, anche per l'esproprio dei terreni quando non si trovano i proprietari, ad esempio. Serve un continuo aggiornamento, ma credo che il ministro abbia dato ampia disponibilità". "Puntare sull'eolico, rinforzare le strutture e trasformare la forza lavoro, e il nostro vantaggio competitivo sono proprio le persone e la velocità con cui si trasformano, infine la trasformazione nei prossimi anni in un rinnovabile puro sono i nostri tre capisaldi". ha concluso a proposito di Erg.

 

ARMANI (IREN): PER INFRASTRUTTURE RECUPERARE FIDUCIA TERRITORI

"C'è sicuramente un tema di fiducia che va recuperata e può accadere facendo impianti belli. La presenza territoriale poi è fondamentale, e Iren sta investendo molto in questo: è un presupposto anche per ottenere autorizzazioni. Bisogna rieducare la popolazione al lavoro, cioè a cosa significa costruire impianti, aprire le porte, per ricostruire la fiducia". Ad affermarlo è stato Gianni Vittorio Armani, amministratore delegato di Iren, che ha aggiunto: "C'è poi la farraginosità della nostra burocrazia e avere dei fondi che nel 2026 spariranno e non usarli è inconcepibile per chiunque. Anche se non riusciremo ad usarli tutti, è un'opportunità per ripensare la Pubblica amministrazione". A proposito del caro energia, "fa capire che la scelta delle rinnovabili - ha spiegato - è quella giusta, perché è determinato dalle emissioni e perché siamo dipendenti da impianti e da forze politiche che non controlliamo".

 

SCHIEPPATI (TAP): IL TAP RENDE PIÙ SOSTENIBILE LA TRANSIZIONE

"In questi nove mesi abbiamo trasportato in sicurezza oltre 5 miliardi di metri cubi di gas. Stiamo contribuendo così alla sostenibilità, in una situazione di tempesta perfetta. Il nostro contributo è importante, ma non risolutivo. Abbiamo assistito a un riallinearsi dei costi del gas all'ingrosso tra il nostro Paese e il Nord Europa È un risultato importante, perché l'Italia, seppur sporadicamente, si è trasformata anche in un Paese di transito dell'energia e il Tap ha contribuito alla liquidità del mercato europeo. L'Italia quindi, pur soffrendo questa rapida salita dei prezzi, ne esce con meno problemi di altri Paesi europei, grazie all'effetto combinato della diversificazione degli approvvigionamenti e, soprattutto, degli stoccaggi". Ad affermarlo, a proposito del contributo del gasdotto Tap alla situazione dei rifornimentI di gas, rispetto alla crescente domanda, è stato Luca Schieppati, managing director Tap che ha aggiunto: "Per il futuro se in Europa è importante che si percorra la strada della transizione energetica, riteniamo che il gas debba comunque giocare un ruolo importante nella transizione. Nell'Europa sudorientale, affiancato alle rinnovabili, sta spiazzando comunque combustibili più inquinanti, come il carbone e la lignite, quindi siamo ottimisti e positivi. Nella stessa Italia il gas trasportato dal Tap contribuirà al phase-out del carbone previsto entro il 2025, contribuendo dunque per entrambe le aree europee ad intraprendere e ad accelerare la transizione energetica in atto".