Le casalinghe italiane dicono sì all’acqua del rubinetto

14 dic 2017
AQUA ITALIA (Associazione costruttori trattamenti acque primarie) federata ANIMA-Confindustria, presenta i dati della ricerca 2016, affidata all'istituto indipendente Telesurvey Italia, relativi alla “propensione al consumo di acqua del rubinetto, trattata e non” tra le casalinghe

AQUA ITALIA, da sempre attenta a promuovere una moderna “cultura dell’acqua”, svolge dal 2006 una ricerca sul consumo dell'acqua del sindaco in Italia, affidandosi ad all’Istituto indipendente Telesurvey Research. La recente indagine ha quotato la propensione al consumo di acqua del rubinetto, trattata e non, da parte delle casalinghe italiane al 65,8%. Di queste, il 39,1% dichiara di berla sempre o quasi sempre.
Il principale motivo per cui preferiscono l'acqua a km zero è la comodità per il 31% delle intervistate, seguite dal gusto (24,9%) e i maggiori controlli rispetto all’acqua in bottiglia (19,8%).
In particolare poi, il 14,7% delle intervistate dichiara di avere almeno un dispositivo di trattamento dell'acqua nella propria abitazione. La tipologia più gettonata è il sistema per l’eliminazione del cloro scelto dal 7,1% delle rispondenti seguito da osmosi inversa
(3,3%) e caraffe filtranti (3,2%). Ben il 56,4% di coloro che posseggono un sistema di affinaggio dell’acqua ha anche sottoscritto un abbonamento di manutenzione periodica dell’apparecchio.
Sempre più esercizi commerciali come alberghi, bar e ristornati, offrono al tavolo acqua “trattata” ai loro clienti e, a tal proposito, le casalinghe hanno espresso parere positivo. Il 21,4% la beve già e il 48,2% la berrebbe volentieri.
Infine, si è indagato sul fenomeno dei Chioschi dell'Acqua che oggi erogano in moltissimi comuni, a seconda della tipologia, acqua refrigerata, gasata o filtrata. Usa o userebbe il servizio (qualora lo proponesse il comune di riferimento) il 48,9% delle intervistate.