“Le rinnovabili tra crescita globale e spalma incentivi: lo stridente confronto tra le dinamiche internazionali e le politiche nazionali.”

04 lug 2014
“Sulle rinnovabili il governo ha una visione miope, che non coglie le potenzialità mondiali del settore e il ruo- lo che le imprese italiane anche piccole e medie, e non solo Enel Green Power, potrebbero giocare”. Così Andrea Gilardoni, (Professore di management alla Bocconi e Presidente dell’OIR - Osservatorio Internazio- nale sull’Industria e la Finanza delle Rinnovabili) ha introdotto il dibattito al convegno annuale dell’OIR che si è tenuto il 1° luglio presso il Centro Congressi della Fondazione Cariplo, Milano. Hanno partecipato alla discussione: Agostino Re Rebaudengo (Assorinnovabili), Stefano Colombo (Alpiq), Christian Lenzin (AndritzHydro), Paolo Giachino (CVA), Marco Peruzzi (Edison), Roberto de Ambrogio (Enel Green Power), Marco Carta (AGICI), TorstenSmed (Copenhagen Infrastructure Partners), Piero Manzoni (Falck Renewables), Luigi de Pierris (African Development Bank), Angela Mancinelli (BEI), Stefano Mion (Ardian-AXA Private Equity), Paolo Lugiato (RTR e Terra Firma), Carlo Montella (Orrick).

Sulle tendenze globali dallo Studio 2014 dell’OIR - oggi presentato - emergono tra gli altri i seguenti punti:

1)      2013 anno record per le rinnovabili nel mondo: superati 1.500 GW di capacità installata e investiti oltre 200 miliardi di $;

2)      Record storici sia per il PV (+37 GW) sia per l’idroelettrico (+40 GW);

3)      La Cina guida gli investimenti mondiali nelle rinnovabili. Cresce il ruolo dei paesi emergenti;

4)      Le installazioni FER cresceranno anche in futuro, in media 150 GW all’anno; destinato ad aumenta-

re il peso dei paesi in via di sviluppo;

5)      A livello globale, per la crescita delle rinnovabili occorreranno almeno 200 miliardi di $ l’anno;

6)      Le banche commerciali, per Basilea III, avranno sempre più difficoltà nell’erogare finanziamenti;

7)      Cresce il ruolo dei finanziatori non convenzionali con immense risorse: fondi pensione (22.000 mi- liardi di $), assicurazioni (25.000 miliardi di $), fondi sovrani (5.000 miliardi di $);

8)      Crescente anche il ruolo delle banche pubbliche di sviluppo (come la BEI o la Banca Africana) che oramai erogano il 25% dei finanziamenti globali alle FER;

9)      In Italia, finiti gli incentivi, hanno un certo successo le rinnovabili in grid parity: già 300 MW attivi senza incentivi. Le opportunità di business: revamping di impianti esistenti e ottimizzazione della gestione (operation&maintenance);

10)   Per attrarre i finanziatori non convenzionali è essenziale un quadro regolatorio e legislativo stabile.

 

Insomma, a livello globale la domanda per le rinnovabili continua a crescere così come la liquidità alla ri-cerca dei migliori investimenti - continua Andrea Gilardoni. Stiamo parlando di soggetti, quali fondi pensio-ne o società di assicurazione, che hanno soldi 'veri' da investire e che richiedono rendimenti limitati ma stabili, a basso rischio e di lungo periodo. Tali operatori stanno guardando con crescente interesse proprio allerinnovabili ove l’Italia ha acquisito una posizione rilevante a livello globale. Con riforme del quadro legislati-vo e regolatorio, riforme a costo zero, è possibile attrarre grandi quantità di liquidità per investimenti pro-duttivi”.

La discussione non poteva non toccare il decreto Spalma Incentivi fortemente criticato da molti dei presen- ti. Dal dibattito è emerso come, anche a seguito di un incontro del 28 giugno tra una trentina di investitori (anche italiani),vi sia una diffusa volontà di tutelare gli investitori con una serie di azioni anche legali, co- municazionali e diplomatiche come fatto in Spagna. Alcuni investitori hanno segnalato, con ironia, come qualche anno fa il vertice del GSE e un ministro presentarono le opportunità di investimento in Italia sotto- lineandone la sicurezza e l’affidabilità; altri invece hanno dichiarato di avere congelato operazioni oramai sostanzialmente decise.

 

Certamente - aggiunge Gilardoni - la credibilità del governo italiano in eventuali azioni di marketing finan-ziario del Paese sarà molta contenuta e negli incontri saranno ‘rinfacciate’ queste questioni. In ogni casocresce il rischio-paese nelle valutazioni di investimento, con tutti i riflessi che si accompagnano a questo fat-to. Il mancato mantenimento degli impegni del Governo obbliga gli investitori ad assumere posizioni vivaci edure perché, a loro volta, sono messi sotto pressione da chi dà loro le risorse da gestire (inclusi i fondi pen-sione e le compagnie di assicurazione internazionali). Come potranno spiegare ulteriori impegni in Italia achi li finanzia? Tutto ciò si riflette in un duraturo vulnus all’immagine del Paese. I fondi infrastrutturali han-no una ‘ipersensibilità’ sugli aspetti di affidabilità del contesto giuridico-regolatorio che contano di più diogni proiezione economico-finanziaria. Ciò anche perché investono risorse per molti anni, spesso decenni. Laloro prospettiva è poi globale e fanno in fretta a dirottare le risorse altrove.”

Personalmente penso - sottolinea Gilardoni - che la politica di incentivi in Italia (certo dissennata, ma di chiè la colpa se vengono approvate leggi tipo salva Alcoa?) abbia comunque generato capacità e competenzetecnologiche e imprenditoriali utilizzabili (e utilizzate) nei mercati mondiali delle rinnovabili destinati a cre-scere fortemente negli anni a venire. L’ottica della ‘vendetta’ per eccesso di redditività fa perdere di vista levere opportunità e le più efficaci politiche governative in materia: sostenere lo sviluppo tecnologico, soste-nere l’internazionalizzazione (come avvenuto ad esempio nella missione in Cina di qualche settimana fa),razionalizzare i mercati elettrici, sviluppare le filiere industriali, ecc. Interessante, ad esempio, la posizione diEnel Green Power che, quando vince gare all’estero, si avvale della filiera industriale italiana favorendone losviluppo e il consolidamento.”

Penso che il Governo - conclude Gilardoni - debba valutare attentamente una revisione della posizione.Comunque sarebbe utile se riacquistasse la fiducia del mondo delle rinnovabili rilanciando la politica indu-striale in materia.”

Osservatorio Internazionale sull’Industria e la Finanza delle Rinnovabili – OIR

Avviato nel 2008 d’intesa con il GSE, l’OIR analizza sistematicamente le filiere produttive delle rinnovabili italiane ed internazionali, superando la visione parziale e concentrando l’attenzione sulle tematiche indu- striali, sull’innovazione e sulla finanza. Ciò anche per formulare proposte per il policy maker. L’OIR elabora quadri aggiornati e sistematici delle principali dinamiche nel settore delle rinnovabili in Italia e nel mondo utili per gli operatori. Esso è già punto di riferimento in Italia, nonché luogo di incontro privilegiato per utili- ties, industria manifatturiera, finanza e Pubblica Amministrazione.

 

Agici Finanza di Impresa (www.agici.it)

Agici è una società di ricerca e consulenza specializzata nell’energia, ambiente, infrastrutture ed efficienza energetica. Collabora con imprese, associazioni, amministrazioni pubbliche e istituzioni per realizzare politi- che di sviluppo capaci di creare valore. L’approccio operativo e il rigore metodologico, supportati da un so- lido background teorico, assicurano un’elevata flessibilità che garantisce la personalizzazione delle soluzio- ni. La conoscenza della realtà imprenditoriale, la pluriennale esperienza nei settori di riferimento e una va- sta rete di relazioni nazionali e internazionali completano il profilo distintivo di AGICI. La nostra strategia si riassume in: Creating and Diffusing Knowledge”.