MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO – DGSAIE: LA SITUAZIONE ENERGETICA NAZIONALE NEL 2018

02 ago 2019
Relazione annuale del MiSE sulle statistiche dell’energia

Nel 2018, la crescita dell'economia italiana ha perso slancio, in un contesto internazionale segnato da un progressivo indebolimento anche per effetto del rallentamento del commercio mondiale. La ripresa dell’attività nella prima parte dell’anno ha però sostenuto la domanda di energia che, per il terzo anno consecutivo, ha proseguito a crescere (+1,6% rispetto al 2017), pur rimanendo ancora inferiore ai valori pre-crisi.  La  domanda  di  energia  primaria    è  cresciuta  più  del  PIL,  a  conferma che  non  si  è ancora realizzato il disaccoppiamento  tra  crescita  economica e  crescita  del  consumo  di  energia(tale variazione, tuttavia, risente del cambio della metodologia di rilevazione dei prodotti petroliferi, al netto della quale si registrerebbe una sostanziale stabilità. La domanda è stata soddisfatta da gas naturale e petrolio (complessivamente quasi il 70% del totale), dalle fonti rinnovabili (oltre un quinto del totale) e, in modo residuale, dall’energia elettrica importata e dai combustibili solidi.

È anche proseguito l’aumento della domanda finale, cresciuta dell’1,5%, confermando la tendenza manifestatasi  negli  ultimi  anni,    trainata  in  particolare  dalla  ripresa  dei  trasporti. In  termini  settoriali,  è ancora cresciuta la domanda di energia per gli usi civili, che rimangono il primo settore di consumo finale (+0,7%), seguito dai trasporti (+3,2%). Rimane debole la domanda dell’industria.

Le dinamiche più innovative del sistema energetico nazionale rimangono legate al ruolo delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, coerentemente con gli impegni assunti dal nostro Paese per il 2020 e  rafforzati nel  Piano  Energia  e  Clima  2030.  I  progressi  di  questi  due  perni  della  strategia di decarbonizzazione, legati anche agli obiettivi di sicurezza ed economicità, mostrano però risultati annuali non uniformi.

Le  fonti  energetiche  rinnovabili  (FER)  hanno  consolidato  il  proprio  ruolo  trovando  ampia diffusione  in  tutti  i  settori  di  impiego  (elettrico,  termico  e  trasporti)  e  si  confermano  come  una  risorsa strategica -anche in termini economici e occupazionali -per lo sviluppo sostenibile del Paese. Nel 2018 le FER hanno comunque soddisfatto oltre il 18% dei consumi finali lordi di energia, ben oltre l’obiettivo previsto  dal  target  europeo  al  2020.Con riferimento al solo settore elettrico, l’incidenza  delle  FER -calcolate applicando i criteri di calcolo della direttiva 2009/28/CE -sul consumo interno lordo di energia elettrica al netto dei pompaggi è stimata pari al 34,5%, oltre 3 punti percentuali in più rispetto al 2017 e il secondo  valore  più elevato  degli  ultimi  sei  anni  dopo  il  2014  (quando  la  quota  di  FER  era  stata  pari  al 37,5%). In particolare, il risultato è connesso al recupero della generazione idroelettrica, per effetto delle migliori  condizioni  di  piovosità,    mentre  si  contrae  quella delle  altre  FER.    Si  stima  che  nel  2018  alle attività  legate  alla  realizzazione  e  gestione  di  nuovi  impianti  alimentati  da  FER  siano  corrisposte  circa 58.000 unità di lavoro permanenti e poco meno di 38.000 temporanee.

Il  livello  di  efficienza  energetica del  nostro  paese,  pur  soddisfacente e  tradizionalmente  tra  i migliori  in  Europa, invece mostra una battuta d’arresto: l’intensità energetica del PIL nel 2018 risulta infatti in lieve aumento  -intorno alle 106,7 tonnellate equivalenti di petrolio (tep) per milione di euro -, pur  rimanendo  tra  i  valori  più  bassi  dei  paesi  dell’area  OCSE. Si  evidenzia quindi la  necessità di aumentare le azioni per migliorare l’efficienza energetica, in particolare nei settori civile e dei trasporti, dove la domanda di energia continua a crescere e dove sarà ancora più importante, in vista dei target non -ETS 2030, invertire la tendenza. Il livello di efficienza è frutto del miglioramento tecnologico e dei molti strumenti  di  sostegno  e  promozione  adottati  (dalle  detrazioni  fiscali  per  la  riqualificazione  energetica degli  edifici,  al  nuovo  Conto  Termico,  ai  Titoli  di  efficienza  energetica)  che  hanno  portato  a  rilevanti risparmi  di  energia  e,  conseguentemente,  alla  riduzione  delle  emissioni:  complessivamente,  nel  periodo 2014-2018,  si  stima  che con  le  sole misure attive per l’efficienza energetica siano stati risparmiati 11,8 milioni di tep e sono quasi 26 i milioni di tep di risparmi attesi al 2020.

L’accresciuto ruolo delle FER e la dinamica di progressiva riduzione dell’intensità  energetica  (pur in  arresto  nel  2018)  hanno  contribuito  alla    diminuzione  della  dipendenza  del  nostro  Paese  da  fonti  di approvvigionamento  estere.  La quota  di  fabbisogno  energetico  nazionale  soddisfatta  da  importazioni, pur rimanendo elevata (pari al 74%), è risultata ulteriormente in discesa ed è ormai da anni al di sotto dei valori storici.

Le  imprese  appartenenti  al  settore  energetico  nel  2018  hanno  generato  un  valore  aggiunto  pari all’1,7% del PIL, in rallentamento, dopo la crescita registrata nel 2017. La contrazione è stata più marcata nel settore della raffinazione del petrolio rispetto a quello della fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata.

Permane il divario di costi energetici che svantaggia il nostro Paese: il differenziale fra i prezzi dei prodotti  energetici  in  Italia  e  nell’Unione  Europea  rimane  positivo  ma  è  ripreso  il  processo  di convergenza  iniziato  qualche  anno  fa. Si  conferma  un  significativo  premio pagato  dalle  imprese  italiane per l’energia elettrica (in riduzione) e uno per il gas acquistato dalle famiglie (in crescita).Ciò è anche il risultato  della  maggiore  pressione  fiscale  che  nel  nostro  paese  colpisce  i  prodotti  energetici:  nel  2017, ultimo  dato  disponibile,  ogni  tep  di  energia  finale  utilizzata  era  gravata  da  una  imposta  di  373  euro,  un valore superiore del 51% alla media europea.

 

Fonte: Ministero dello Sviluppo Economico, Direzione generale per la sicurezza dell'approvvigionamento e le infrastrutture energetiche - Statistiche ed analisi energetiche.

 

La relazione annuale è disponibile al seguente link:

https://dgsaie.mise.gov.it/pub/sen/relazione_annuale_situazione_energetica_nazionale_dati_2018.pdf