Osservatorio sulle Alleanze e le Strategie nel Mercato Pan-Europeo delle Utility

28 ott 2013
• Bene il Piano Zanonato-Delrio per aggregare le utility italiane partendo dal- le realtà minori. • Ma la dimensione è il punto di partenza. Solo se correttamente gestita, consente forti risparmi di costo e miglioramenti dei servizi. • Va limitato il ruolo della politica alle scelte di indirizzo strategico e di con- trollo sui risultati. • Va aumentata la trasparenza: le aziende non quotate devono fornire dati e informazioni come le quotate in virtù del ruolo pubblico che rivestono. • E’ necessario prevedere un intervento della Cassa Depositi e Prestiti a favo- re dei Comuni che privatizzano in una prospettiva di politica industriale. • Indipendenza e qualità del management sono elementi imprescindibili. • Difficile o impossibile la cessione di molte imprese in perdita e gestite in modo inefficiente, soprattutto (ma non solo) nel Sud: la soluzione potrebbe essere il commissariamento o la liquidazione di tali imprese

Nella XXX Assemblea nazionale dell’ANCI, il Presidente Fassino ha annunciato un Piano Nazionale gui- dato dai Ministri Zanonato e Delrio per aggregare le utility italiane, particolarmente quelle di minore dimensione. Questa la posizione espressa da Piero Fassino, certamente molto dura:

"Le aziende municipali e le società partecipate dei Comuni sono un universo caratterizzato da un'enorme e antieconomica frammentazione che spesso si traduce in deficit finanziari, organici sovradimensionati, servizi inefficienti, offerta di bassa qualità. Anche qui c'è da intervenire con coraggio, superando istinti di autoconservazione, opacità gestionali, logiche di potere e pulsioni corporative". "Nessun Paese europeo offre ai propri cittadini servizi idrici, energetici, ambientali o di trasporto con modalità così arcaiche e deficitarie. Al contrario, in tutti i Paesi europei si sono favoriti e incoraggiati programmi di fusioni, inte- grazioni e cooperazioni che hanno dato vita a player di scala nazionale e europea. E' tempo che questo avvenga anche in Italia. Ciò, superando il metodo fin qui seguito, e rivelatosi inefficace, di imporre vellei- tari termini temporali di dismissione, peraltro sempre disattesi o prorogati, e adottando invece un siste- ma di incentivi che facilitino e sollecitino processi di aggregazione e consolidamenti industriali. Per que- sto l'Anci ha promosso con i ministri Zanonato e Delrio un tavolo di lavoro per elaborare un progetto di riorganizzazione delle multiutilities finalizzato a un nuovo e più razionale assetto del settore".

L’Osservatorio sulle Alleanze e le Strategie nel Mercato Pan-Europeo delle Utility, centro di ri- cerca leader in Italia nel settore, da almeno un decennio sostiene con decisione e in modo strutturato questa proposta. In vero, in questi anni molto è stato fatto (creazione di Hera, A2A, Iren, ecc.), ma an- cora moltissimo vi è da fare.

Dalle ricerche sulle dinamiche economico-finanziarie delle principali utility ed ex municipalizzate ita- liane emerge con chiarezza come la dimensione favorisca migliori performance; all’aumentare del fat- turato migliora sistematicamente la redditività operativa (EBITDA/Revenues). Tale tendenza, già evi- dente nei bilanci al 2008, si è fatta più netta nel 2012/2013 con l’aggravarsi della crisi economica che ha colpito anche le utility.

L’aggregazione è condizione necessaria ma non sufficiente a migliorare le performance soprattutto se le fusioni non sono seguite da vere integrazioni; politica o localismo hanno impedito i risultati possibi- li. Spesso le realtà preesistenti convivono come “separati in casa”. In questi casi i recuperi di efficienza sono limitati, se non nulli o addirittura negativi.

I risultati delle ricerche sul 2013, focalizzate sulle questioni di mercato e di redditività in una situazio- ne di crisi della domanda e dei consumi, saranno discussi nell'ambito del XIV Workshop Annuale il 6 marzo 2014 a Palazzo Clerici – Milano.

“In un contesto di calo della domanda, crisi della finanza pubblica e inasprimento della concorrenza – af- ferma Andrea Gilardoni, Presidente dell’Osservatorio – aggregare le ex municipalizzate è una priorità non più rimandabile, pena l’ulteriore perdita di competitività del Sistema Paese. Ci sembra valida l’idea di coniugare la vendita delle quote nelle ex municipalizzate dei Comuni con un allentamento del patto di stabilità, cosa che tra l’altro contribuirebbe a rilanciare gli investimenti.

Per aumentare l’attrattività, si potrebbe anche prevedere che la Cassa Depositi e Prestiti (CDDPP), già quasi presente in Hera, abbia un ruolo nel co-finanziare i comuni che cedono le imprese nel caso essi si impegnino a reinvestire i proventi in nuove o rimodernate infrastrutture. La CDDPP potrebbe anche fi- nanziare direttamente le imprese sia come equity (attraverso il Fondo Strategico), sia come debito. Ciò con lo scopo di creare player di grandi dimensioni con risorse adeguate e piani industriali solidi”.

La scelta di una governance autonoma dalla politica è un altro punto imprescindibile. Continua An-drea Gilardoni: "Le amministrazioni devono fissare gli obiettivi di fondo circa i servizi erogati e valutarele imprese (e il management) sulla base di questi. Ciò anche se i comuni dovessero ridurre o annullare lapresenza azionaria. Non va poi dimenticato che le Authority riducono le esigenze di controllo delle am-ministrazioni locali: si prenda ad esempio ciò che avviene oggi nell’elettricità e nel gas.”

Fondamentale è anche la questione della trasparenza. “Se le utility quotate in Borsa sono tenute a forni- re una ampia messe di informazioni, non è così per le società non quotate. Il ruolo pubblico che queste ri- coprono dovrebbe imporre, al contrario, una piena visibilità delle loro azioni. Una informativa almeno al- lineata a quella delle quotate dovrebbe essere resa obbligatoria, pena l’irrogazione di gravi sanzioni.

Problema ancora diverso è quello delle utilities in forte perdita perché gestite malissimo con la politica sistematicamente invadente: qui nessuno (privati, Cassa o altri) è disposto a investire un euro, in quanto i valori delle aziende sono negativi. Il fenomeno è frequente al Sud ma non sconosciuto al Nord. Organici sovrabbondanti (anche 10 volte il necessario), forniture clientelari e inefficienti, difficoltà ad incassare le bollette sono tra i problemi più diffusi e gravi. Per non parlare della presenza in vario mo- do di organizzazioni malavitose. "E' evidente qui che la privatizzazione - conclude Gilardoni - non puòche passare attraverso azioni drastiche: commissariamenti, liquidazioni, creazione di bad company convendita della parte sana, o altro ancora. Da non escludere anche una più ampia responsabilizzazione de-gli amministratori con sistemi che disincentivino la disattenzione all’equilibrio economico.”

“Ottimi, dunque, gli obiettivi generali di Zanonato-Delrio; ma il diavolo sta nei dettagli…”

 

L’Osservatorio Alleanze e Strategie nel Mercato Pan-Europeo delle Utilities – M&A (http://www.agici.it/mea.php) Fondato e presieduto dal prof. Andrea Gilardoni dell’Università Bocconi, l’Osservatorio nasce nel 2001 e si sviluppa negli anni successivi in collaborazione con Accenture; scopo iniziale era di monitorare le dinamiche del processo ag- gregativo delle utilities italiane post-liberalizzazione. Dopo il 2004 la visione dell’Osservatorio si allarga all’Europa così come si amplia lo spettro dei contenuti: non solo alleanze e aggregazioni, ma anche analisi critica e propositiva delle tematiche strategiche più rilevanti per le imprese operanti nei comparti dell’energia e dell’ambiente. I risultati delle ricerche dell’Osservatorio sono presentate e discusse in un Convegno Annuale che negli anni è diventato l’evento di riferimento per il settore. Per gli studi dei vari anni vedi: http://publishing.agici.it/

 

Agici Finanza di Impresa (www.agici.it) è una società di ricerca e di consulenza specializzata nel settore delle utilities (energia, ambiente e trasporti). Collabora con imprese, associazioni, amministrazioni pubbliche e istituzioni per realiz- zare politiche di sviluppo capaci di creare valore. L’approccio operativo e il rigore metodologico, supportati da un soli- do background teorico, assicurano un’elevata flessibilità che garantisce la personalizzazione delle soluzioni proposte. La conoscenza della realtà imprenditoriale, la pluriennale esperienza nei settori di riferimento e una vasta rete di rela- zioni nazionali e internazionali completano il profilo distintivo di AGICI.