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Redazione Watergas.it
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Milano, 17 febbraio 2012 – Luci e ombre nel percorso di ripresa delle Multiutility in Italia: nel 2011 crescita dei ricavi (+3%) ma significativa riduzione degli utili (-25%). Più incoraggianti i risultati delle Utility energetiche Europee che fanno registrare +7,6% dei ricavi e +13,5% degli utili.
Per fronteggiare la crisi, le Multiutility italiane puntano al downstream e al legame col territorio, mentre i grandi gruppi energetici europei investono nelle energie rinnovabili e nei mercati emergenti.
Sono i risultati del XII Osservatorio Utilities di Accenture e Agici Finanza d’Impresa, presentato oggi a Milano insieme ai più importanti esponenti del mondo delle Utility e della finanza fra i quali: Luca Valerio Camerano (GDF SUEZ), Adolfo Spaziani (FederUtility), Daniele Fortini (FederAmbiente), Fabrizio Palenzona (UniCredit), Luigi Ferraris (Enel), Tomaso Tommasi di Vignano (Hera), Renato Ravanelli (A2A), Massimo Delbecchi (Biancamano), Vito Gamberale (F2i), Andrea Pasquali (LGH), Federico Boschi (AEEG).
Di seguito le principali evidenze dell’Osservatorio:
IL MERCATO ITALIANO
Razionalizzazione e crescita delle Utility italiane nel nuovo contesto nazionale e globale
Nel 2011 le prime sei Multiutility italiane hanno registrato una crescita di ricavi aggregati del 3% che non ha trovato analoga corrispondenza negli utili (-25% nel 2011, e si prevede un ulteriore
-15% nel 2012).
Anche i principali Gruppi energetici mostrano una ripresa complessiva dei ricavi del 4% con utili in contrazione del 2%, e in ogni caso decisamente inferiori al picco del 2008 (-24%). Un dato che conferma le problematicità del mercato di riferimento, caratterizzato da un elevato inasprimento della concorrenza, una significativa sovraccapacità del sistema, e una progressiva erosione dei margini di vendita. Su entrambi i modelli di business pesa poi la reintroduzione della Robin tax.
Le aziende Monobusiness operanti nel settore ambientale hanno risentito meno del contesto macroeconomico complessivo, tanto che gli utili hanno registrato in alcuni casi anche significativi incrementi. Una tendenza determinata dal particolare modello organizzativo molto frammentato, dal trade-off tra esigenze di rimodulazione delle tariffe e problemi di economicità del servizio e da un limitato orientamento all’efficienza a causa della scarsa competitività del mercato.
“L’elevata presenza delle Multiutility italiane nei business regolati - dichiara il Professor Andrea Gilardoni Presidente di AGICI Finanza d’Impresa e docente dell’Università Bocconi – ha permesso di attutire gli effetti negativi delle dinamiche di mercato degli ultimi anni mantenendo al contempo una redditività comunque abbastanza elevata. Da questo punto di vista - continua Gilardoni - la nascita di una grande Multiutility del Nord, darebbe ulteriore impulso al settore, con la creazione di un grande player con un portafoglio ben bilanciato tra attività regolate e libere, e una dimensione in grado di competere nei mercati internazionali. Questo a patto che non si commettano gli errori del passato e la fusione sia accompagnata da una strategia industriale chiara e dalla reale intenzione di sfruttare le sinergie derivanti da una così ampia aggregazione”.
In tema di investimenti, si stima che nel periodo 2011-2016 le Utility analizzate (le prime 10 in Italia per ciascuno dei settori considerati) investiranno oltre 80 Miliardi di €, la maggior parte dei quali concentrati nel settore energetico (57% nel gas e 31% nell’elettrico).
Si segnala il ruolo importante rivestito dagli investimenti in energie rinnovabili (4,9 Miliardi di €, il 19% degli investimenti totali del settore) e nella rete elettrica (7 Miliardi di €, che diverrebbero oltre 13 contabilizzando anche gli investimenti previsti da Terna). Il settore ambientale assorbirà complessivamente oltre 8 Miliardi di €, con grande attenzione al Waste-to-Energy (1,6 Miliardi di €) e alla distribuzione idrica (3,5 Miliardi di €, la maggior parte dei quasi destinati all’efficientamento delle reti idriche).
IL MERCATO PAN-EUROPEO
Le azioni strategiche in un periodo di forte incertezza
L’analisi dei 40 grandi gruppi energetici europei fa registrare una decisa inversione di tendenza. Dopo il crollo di fatturato e utile nel 2009 (rispettivamente -21% e -34%), i gruppi si sono rapidamente ripresi nel 2010 e anche il 2011 è caratterizzato da buone performance con una crescita dei ricavi dell’7,6% e un aumento del 13,5% degli utili, un trend che in base alle stime dovrebbe confermarsi anche per il 2012.
Vi sono tuttavia importanti differenze all’interno del campione. Le aziende più focalizzate nel downstream confermano la crescita dei ricavi anche nel 2011, accompagnata da una costante contrazione dei margini, dovuti alla sovraccapacità del mercato elettrico e ai contratti gas siglati con i grandi produttori extraeuropei a livelli di prezzo pre-crisi. Al contrario, le imprese che hanno anche il controllo delle riserve e della produzione di gas naturale segnano performance decisamente più incoraggianti: l’aumento dei ricavi del 2011 (+13,3%) è accompagnato da una crescita dell’utile che sfiora il 38,5%.
“La crisi economica ha rimescolato le carte in un settore non proprio conosciuto per alti livelli di “dinamicità” - commenta Claudio Arcudi Executive Partner di Accenture - Nuove tecnologie, nuovi player stanno crescendo e si confermano importanti investimenti nei mercati emergenti, in particolare in Sud America, Nord Africa e Far East. Si tratta, per ora, di una prerogativa dei grandi gruppi – ricorda Arcudi - ma che, vista la stagnante domanda europea, sta assumendo sempre più rilevanza anche tra i player minori, che si rivolgono ad economie in sviluppo dalla Turchia ai Balcani. Al contempo, aumentano le imprese e i fondi di investimento dei paesi emergenti che stanno effettuando grandi acquisizioni e investimenti in Europa, attirati non certo dalla crescita della domanda, ma dal basso rischio del mercato”.
A livello di indebitamento continua una progressiva discesa dovuta agli ingenti disinvestimenti effettuati in questi ultimi due anni. Nel 2011 le Utility europee hanno venduto asset considerati “periferici” per oltre 21 miliardi di €. Di questi ingenti flussi di cassa però solo una parte è servita per ridurre il debito
a testimonianza del fatto che le grandi Utility europee continuano comunque a investire.
Nella generazione elettrica, core business di queste aziende, gli investimenti programmati per il 2020 ammontano a 125 miliardi di € solo in Europa. Di questi, il 60% (ben 75 miliardi di €), sono destinati alle rinnovabili, un mercato che non conosce crisi nonostante la continua riduzione dei sostegni.
Grazie al contributo dei grandi gruppi, infatti, il comparto delle rinnovabili si sta progressivamente evolvendo da una “nicchia tecnologica” bisognosa di sussidi a una vera e propria industria in grado di procedere autonomamente.
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Metodologia
L’Osservatorio Utiltities Agici - Accenture, giunto quest’anno alla XII edizione, ha analizzato i percorsi di crescita intrapresi dalle Utility per far fronte alla perdurante crisi economica analizzando – nel Rapporto sul mercato Italiano – le performance finanziarie e le strategie delle prime dieci utility italiane per quote di mercato nei settori di elettricità, gas, idrico e rifiuti (A2A. Abbanoa, Acea, AcegasAps, Ama Roma, Amiacque, Amiat Torino, Amiu Genova, Aqp, Arin, Asia Napoli, Biancamaneo, Energetic Source, E.On, Edison, Enel, Eni, GDF Suez, Hera, Iren, LGH, MM, Shell, Smat, Sorgenia).
Nel Rapporto sul Mercato Pan-Europeo sono state analizzate le operazioni con rilevanza strategica di 40 aziende rappresentative del mercato Utility europeo nei settori elettricità e gas.
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Agici Finanza d’Impresa
Agici Finanza d’Impresa è una società di ricerca e consulenza specializzata nel settore delle Utility. Collabora con imprese, associazioni, amministrazioni pubbliche e istituzioni per realizzare politiche di sviluppo capaci di creare valore. L’approccio operativo e il rigore metodologico, supportati da un solido background teorico, assicurano un’elevata flessibilità che garantisce la personalizzazione delle soluzioni. La conoscenza della realtà imprenditoriale, la pluriennale esperienza nei settori di riferimento e una vasta rete di relazioni nazionali e internazionali completano il profilo distintivo di AGICI.
La nostra strategia si riassume in: “Creating and Diffusing Knowledge”.
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Accenture
Accenture è un’azienda globale di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing che conta oltre 244 mila professionisti in oltre 120 paesi del mondo. Combinando un’esperienza unica, competenze in tutti i settori di mercato e nelle funzioni di business e grazie ad un’ampia attività di ricerca sulle aziende di maggior successo al mondo, Accenture collabora con i suoi clienti, aziende e pubbliche amministrazioni, per aiutarli a raggiungere alte performance. A livello globale, i ricavi netti per l’anno fiscale 2011 (settembre 2010– agosto 2011) ammontano a 25,5 miliardi di dollari. In Italia è presente con circa 10.500 persone e nell’anno fiscale 2011 ha registrato ricavi netti per 1,029 miliardi di euro.
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