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Redazione Watergas.it
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Milano, 19 febbraio 2009 - Lo studio annuale di Agici Finanza d’Impresa e Accenture intitolato quest’anno “In search of the Optimal Fuel Mix (OFM): Strategies and Guidelines for European Utilities”, prende le mosse dal recente shock che ha riguardato l’andamento di tutte le principali materie prime.
Nel 2006 circa è iniziata una fortissima crescita delle quotazioni che ha toccato il culmine nell’estate del 2008, con il petrolio a 145 $/barile, per poi scendere altrettanto rapidamente ai 40-50 $ a inizio 2009.
Allo scopo di dare una risposta a questa incertezza, è stato implementato il modello Accenture-Agici per l’ottimizzazione del fuel mix Europeo. Partendo da una serie di parametri e vincoli iniziali (prezzo delle materie prime, dei certificati di emissione, gli incentivi alle rinnovabili, il grado auspicato di dipendenza dell’estero, i limiti alle emissioni di gas serra) il modello calcola il portafoglio energetico ottimale per la generazione elettrica che soddisfi tutti i vincoli impostati.
I principali risultati dello studio sono:
- Il nucleare è la fonte più economica con prezzi medio alti dei combustibili;
- Il carbone giocherebbe un ruolo da protagonista con quotazioni vicine a quelle scaturite dopo la crisi finanziaria
- I principali gruppi elettrici europei stanno, però, concentrando i propri investimenti su gas e rinnovabili, spinti dagli incentivi nazionali e dai meccanismi di agevolazione del
Protocollo di Kyoto;
- La fattibilità tecnica dell’implementazione del pacchetto 20-20-20 non sembra essere così scontata ma appare possibile spingendo al massimo lo sviluppo di tutte le fonti rinnovabili: non solo hydro, eolico e biomasse (le più diffuse ed economiche) ma anche solare, geotermico e maree.
“Dai risultati dello studio emerge una sostanziale difficoltà nel variare l’attuale fuel mix di generazione” - afferma Claudio Arcudi, Managing Partner di Accenture Responsabile del settore Utilities Italia - “Le nuove tecnologie per il Carbone (quali la Carbon Capture and Sequestration) ed il nucleare, dai risultati delle simulazioni risultano essere, anche per il 2020, le più economiche. Diversa la situazione per le rinnovabili che, per poter essere economicamente competitive con le altre fonti richiedono sviluppi sia delle tecnologie di produzione che delle reti di distribuzioni ad oggi non predicibili”.
“Per quanto attiene le rinnovabili e il pacchetto 20-20-20” - afferma Andrea Gilardoni presidente di AGICI Finanza d’Impresa e docente dell’Università Bocconi - “occorrono politiche nazionali ed europee attente e non pregiudiziali. Non v’è dubbio che le rinnovabili abbiano un costo di produzione superiore alle fonti fossili (salvo in parte nelle situazioni di prezzi elevatissimi di quest’ultime) e che comunque siano un obiettivo da perseguire con determinazione anche per ridurre la dipendenza dall’estero e contenere le emissioni inquinanti. Il problema tuttavia è nel ricercare forme di sostegno che siano veramente efficaci e che non rendano assurdamente oneroso il loro sviluppo. In particolare è opportuna una politica di sostegno al settore che miri allo sviluppo di un’industria e non faccia degli incentivi un mero strumento speculativo fine a se stesso”
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