REVAMPING E REPOWERING DEL PARCO FER EUROPEO. COME SI STA MUOVENDO IL MERCATO?

18 giu 2020
Ecco i principali punti emersi dal webinar organizzato dall’Osservatorio OIR di AGICI cui hanno partecipato in qualità di speaker: Luigi La Pegna, Head of Operation&Maintenance Renewable Generation di EGP, Luca Bragoli, Responsabile Relazioni Istituzionali di ERG, Martin Guzzetti, Head of Innovation & Technology di EF Solare Italia, Marco Merler, Amministratore Delegato di Dolomiti Energia e Agostino Re Rebaudengo, Presidente Designato di Elettricità Futura

1. Una parte importante della capacità rinnovabile italiana mostra i segni dell’età. Questo costitui- sce un’opportunità per il revamping e il repowering permettendo un aumento di efficienza e pro- duttività dei siti esistenti. Revamping e repowering sono, quindi, un passaggio fondamentale ver- so il raggiungimento degli obiettivi del PNIEC al 2030.

2. In Italia, i vincoli normativi e autorizzativi sono l’elemento ostativo in assoluto più rilevante che rallenta lo sviluppo del repowering. Un problema che si presenta è l’equiparazione, dal punto di vista amministrativo, degli interventi di repowering a nuove installazioni. Questo porta a tempistiche lunghe e procedure complicate. Le risorse finanziarie sarebbero facilmente mobilizzabili in presenza di un quadro normativo chiaro e abilitante.

3. L’eolico ha potenziali molto rilevanti di rinnovamento: un’accelerazione in Italia consentirebbe il raggiungimento di più della metà dell’obiettivo PNIEC per questa tecnologia solo grazie al repowering. Il repowering può essere costituito da reblading, ovvero sostituzione delle sole pale (con un aumento del +16% della produzione), o da integrale ricostruzione dell’impianto con uno di dimensioni ed efficienza maggiore (con aumenti tra il +70% e il +130%). All’aumento della potenza si accompagna una riduzione del consumo di suolo e una diminuzione del numero di turbine permettendo uno sfruttamento ottimale della risorsa eolica.

4. Rispetto al fotovoltaico, le caratteristiche tecniche dei pannelli si sono evolute notevolmente, passando da un’efficienza media del 14% nel 2006 al quasi il 20% dei giorni nostri. La sostituzione di pannelli obsoleti con quelli di ultima generazione consentirebbe di aumentare la produzione fotovoltaica italiana di oltre il 40% a parità di suolo occupato.

5. L’idroelettrico ha un parco di età avanzata, quasi interamente costruito prima degli anni ’70. An- che qui vi sono ampi margini di miglioramento: grazie ad ammodernamento degli impianti, manutenzione straordinaria degli invasi e applicazione di tecnologie digitali avanzate, c’è un’opportunità di aumento della produzione tra il + 5% e il +30%.

6. L’idroelettrico presenta grosse opportunità per investimenti che in Italia sono tuttavia bloccati per l’impasse sulle concessioni che rende incerto lo sviluppo del settore.

 

“Dal Rapporto OIR 2020 e dagli autorevoli interventi di oggi emerge come l’ammodernamento degli impianti FER consenta di raggiungere quasi metà degli obiettivi rinnovabili al 2030 senza occupare un centimetro  di suolo addizionale” afferma Marco Carta, Amministratore Delegato di AGICI e Direttore dell’Osservatorio OIR. “Tali investimenti possono costituire un importante volano per la ripresa economica italiana in settori particolarmente avanzati e a valore aggiunto” conclude Carta. 

“In Italia gli investimenti di ammodernamento sono rallentati, se non bloccati, da iter autorizzativi eccessivamente complessi e lunghi nonché da un impianto normativo oramai non più in linea con gli obiettivi europei di decarbonizzazione” aggiunge Andrea Gilardoni, Presidente di AGICI. Urge – continua Gilardoni – un  forte intervento della politica per sbloccare questa situazione di impasse; mi riferisco anche al settore idroelettrico, inclusi i pompaggi particolarmente rilevanti per nel futuro mix energetico”.