
Uno specifico capitolo del Rapporto CNF 2016 è dedicato settore idrico
- Le nuove policy nazionali ed europee conducono a fabbisogni infrastrutturali più contenuti e sempre più di tipo tecnologico.
- La revisione degli obiettivi prioritari e le modifiche del quadro normativo sono il risultato di un nuovo approccio alla pianificazione e realizzazione delle infrastrutture.
- Ciò nonostante il gap infrastrutturale del Paese è ancora molto rilevante. I Costi del Non Fare: 90 miliardi nei settori energetici e ambientali; 137 miliardi nei settori della mobilità e della logistica; 380 miliardi nel settore delle TLC.
- Necessità di strumenti e metodiche di valutazione, tra cui primeggia l’Analisi Costi Benefici (ACB), per ottimizzare la spesa pubblica e orientare gli investimenti verso opere davvero prioritarie.
- La mancanza di una corretta ACB delle opere censite nell’Anagrafe delle Opere Incompiute costa al Paese circa 3 miliardi di € all’anno.
- Non mancano i ritardi: l’85% delle opere strategiche analizzate ha tempi più che raddoppiati. Il 67% ha subìto un incremento di costo anche fino all’80%.
- La Metro C di Roma, l’elettrodotto Sorgente?Rizziconi, la Pedemontana Lombarda sono esempi emblematici di opere con tempi e costi dilatati.
- Ma qualcosa si sta muovendo: crescente è l’attenzione delle istituzioni italiane verso l’ACB e non mancano alcune positive esperienze di applicazione.
- Non solo infrastrutture fisiche ma anche intelligenti: enormi le potenzialità dei dispositivi dell’Internet of Things (IoT) nei diversi settori infrastrutturali.
- La digitalizzazione e le tecnologie IoT sono fondamentali per sviluppare ambienti resilienti e so?stenibili e migliorare i servizi di pubblica utilità della città, per sviluppare cioè le Smart City.
Questi sono i principali risultati dello Studio 2016 della Infrastructure Unit di Agici, coordinata dal Prof. An?drea Gilardoni e dal Dott. Stefano Clerici, presentati nel corso dell’XI Workshop dal titolo “Qualificare gli investimenti infrastrutturali. Esperienze e strumenti per ridurre gli sprechi” che si è svolto a Milano, pres?so la Fondazione Stelline.
Sono intervenuti i vertici delle istituzioni, delle imprese e della finanza; in particolare gli assessori Massimo Garavaglia e Alessandro Sorte (Regione Lombardia), Mario Vanni (Comune di Milano), Aldo Colombo (Re?gione Lombardia), Mauro Grassi (Italia Sicura), Chiara Assunta Ricci (Ministero dell’Economia e delle Finan?ze), Ennio Cascetta (Struttura Tecnica di Missione), Alberto Zanardi (Ufficio Parlamentare di Bilancio), Do?menico Andreis (CESI), Gianfranco Pignatone (Ferrovie dello Stato Italiane), Luigi Michi (Terna), Giordano Colarullo (Utilitalia), Gianluca Gustani (Cassa Depositi e Prestiti) e Gianfranco Sansone (UniCredit).
Nel corso dell’evento è stato consegnato il Premio Sviluppo Infrastrutture 2016, organizzato dalla Rivista Management delle Utilities e delle Infrastrutture, al prof. Ennio Cascetta, coordinatore della Struttura Tec?nica di Missione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, per aver innovato, in una fase complessa del MIT, pianificazione, programmazione e selezione delle opere infrastrutturali del Paese.
“Il 2016 costituisce uno spartiacque per il settore delle infrastrutture sia per le realizzazioni ma anche, e for?se soprattutto, per il cambio di paradigma nella loro pianificazione – afferma Stefano Clerici, Direttore della Infrastructure Unit di Agici. La conclusione di tre opere per anni emblematiche dell’inefficienza infrastruttu?rale del Paese, la Salerno?Reggio Calabria, la Variante di Valico e la ferrovia AV Treviglio?Brescia, rappresen?ta un segno di cambiamento e rottura con il passato. I fatti nuovi dal punto di vista normativo,come ad e?sempio il Nuovo Codice degli Appalti o l’abrogazione della Legge Obiettivo, sono il risultato di un nuovo ap?proccio alla pianificazione e realizzazione delle infrastrutture che pone al centro la qualità dell’opera e la sua effettiva utilità economica, ambientale e sociale”.
Lo Studio 2016 della Infrastructure Unit di Agici stima che il Paese potrebbe sostenere, nel periodo 2016?2030, oltre 600 miliardi di € di costi per la mancata realizzazione delle infrastrutture. 90 miliardi nei settori energetici e ambientali; 137 miliardi nei settori mobilità e logistica; 380 miliardi nel settore delle TLC (Ban?da Ultralarga).
Ciò richiama l’attenzione sulla necessità di un’attenta e articolata metodologia di valutazione, selezione e monitoraggio dei progetti infrastrutturali, soprattutto con risorse pubbliche scarse, per orientare gli inve?stimenti verso opere davvero prioritarie, per realizzare opere di qualità e per favorire una corretta alloca?zione delle risorse. “Nei decenni scorsi ? dice il Prof. Gilardoni della Bocconi, Presidente della Infrastructure Unit di Agici ? si sono sviluppate varie metodiche su cui, a nostro parere, primeggia la Cost Benefit Analysis (CBA o ACB). Una corretta ACB, infatti, è capace di ridurre gli sprechi e restringere gli spazi della corruzione”. In Italia, invece, esiste una cultura sul tema valutativo ancora modesta e si stima in circa 3 miliardi di € l’anno i costi sostenuti a causa di un mancato uso della ACB. Il valore si basa sull’Anagrafe delle Opere In?compiute e si tratta di investimenti sprecati, oneri del mancato utilizzo e mancati benefici ambientali e so?ciali. La quota maggiore di oneri si registra al Sud e Isole con 1,7 miliardi di €, seguita da quella del Centro, 830 miliardi di €. Il Nord, invece, presenta costi di circa 400 milioni di €. E non bisogna dimenticare i ritardi nella realizzazione delle opere strategiche del Paese. La Metro C di Roma, l’elettrodotto Sorgente?Rizziconi, la Pedemontana Lombarda sono esempi emblematici di opere con tempi e costi dilatati.
Ma alcuni cambiamenti sono in atto. Si pensi alle Linee?Guida per la valutazione degli investimenti in opere pubbliche da parte del MIT o alle recenti positive esperienze di applicazione di ACB da parte di enti come la Regione Lombardia. “Va comunque sottolineato ? continua Gilardoni ? che questi strumenti non danno indi?cazioni definitive e incontrovertibili, ma devono agevolare il processo decisionale non certo sostituendosi”.
Infine, un altro aspetto del cambiamento è la crescente attenzione delle imprese alle nuove tecnologie, in particolare a quelle digitali, e al miglioramento delle infrastrutture esistenti per riqualificare i servizi erogati e ridurne i costi. In sostanza, si guarda sempre più all’intelligenza delle infrastrutture piuttosto che all’acciaio e al cemento: ne sono testimonianza gli investimenti in batterie di Terna, in Smart Grid e Smart Meter di Hera e Enel, in manutenzione predittiva di Ferrovie dello Stato e molti altri. Dal punto di vista normativo, di particolare rilievo in questo senso è il Piano Nazionale Industria 4.0 che contiene strumenti e incentivi per la digitalizzazione dell’industria italiana.
Questi alcuni spunti emersi negli interventi dei partecipanti all'evento:
- La spesa per investimenti pubblici, sulla base di dati ancora non definitivi della Corte dei Conti, si è ridot?ta del 5% nel 2016 a fronte di una richiesta alla Commissione Europea di poter disporre della clausola di flessibilità che consente di scorporare alcuni investimenti dal deficit strutturale. Investimenti che, nella richiesta italiana, sarebbero dovuti ammontare, per il 2016, a circa 4 miliardi di € e avrebbero dovuto at?tivare una cifra analoga di Fondi europei.
- È necessario progettare infrastrutture utili, ben motivate e valutate, solide, con l’utilizzo di tecnologie innovative e dotate di resilienza, belle perché ben posizionate nel territorio.
- Persiste una grande incertezza nell’individuazione del soggetto ultimo che ha competenze progettuali e di pianificazione e ciò comporta allungamento di tempi e aumento dei costi di realizzazione delle opere.
-
Dall’analisi delle diverse esperienze di pianificazione regionale emerge come quella lombarda sia all’avanguardia grazie all’utilizzo di strumenti di valutazione tra cui emerge l’Analisi Costi Benefici.
-
Per dare slancio agli investimenti e per definire con certezza tempi e ruoli della programmazione infra?strutturale, il Comune di Milano e il Governo hanno firmato il Patto per Milano nel quale sono riassunti gli interventi prioritari in grado di far competere Milano con le altre città internazionali.
-
L’adozione di strumenti di valutazione degli investimenti deve riguardare anche gli interventi in grado di prevenire il dissesto idrogeologico. Settore in cui, a fronte di 7 miliardi di € di investimenti necessaria mi?tigare o evitare il rischio idrogeologico, vengono spesi solo 1 miliardo di € all’anno.
-
La gestione efficiente delle infrastrutture richiede un monitoraggio costante e una manutenzione predit?tiva delle opere grazie soprattutto all’utilizzo delle nuove tecnologie.