
Dal convegno emerge come la gestione della risorsa idrica sia cruciale non solo per contrastare siccità e alluvioni, ma anche come leva per uno sviluppo energetico sostenibile. Indispensabili governance condivisa, riuso e nuove tecnologie. Articolo di Daniela Marmugi
Il futuro del pianeta risiede nell'acqua, non solo come elemento fondamentale per la vita, ma come motore economico e fonte di energia sostenibile. È questo il messaggio emerso nel corso del convegno dell'Associazione Reseller e Trader di Energia (ARTE) dal titolo "Dove scorre il futuro: l'acqua risorsa preziosa", svoltosi presso la Biblioteca del Senato "Giovanni Spadolini" a Roma.
A introdurre i lavori è stato Marco Poggi, Presidente di ARTE, che ha fin da subito evidenziato come, negli ultimi anni, molte aziende dell'energia stiano sempre più investendo nel settore idrico. "Energia e acqua saranno il binomio perfetto", ha esordito, ricordando la proposta dell'Associazione per introdurre i titoli di efficienza idrica, sul modello dei Certificati Bianchi, al fine di incentivare investimenti e superare gli ostacoli burocratici.
Il controllo e l'efficientamento della risorsa idrica
La prima tavola rotonda si è aperta con una serie di dati presentati da Marco Casini, Segretario Generale Autorità di Bacino Distrettuale dell'Appennino Centrale: da ormai dieci anni, ha spiegato, si stanno gradualmente intensificando i fenomeni di crisi idrica, con Centro e Sud Italia che vivono da cinque anni in una condizione di severità arancione.
In questo scenario, reso sempre più critico dal cambiamento climatico, Casini ha invitato la platea a riflettere sul problema della governance, per cui ha proposto una razionalizzazione e semplificazione delle procedure, e sulla mancanza di dati affidabili nei catasti idrici, che non permettono di capire da dove venga prelevata l'acqua e in quale quantità, compromettendo stime chiare sulla disponibilità della risorsa.
A tracciare un quadro europeo è stata poi Maria Siclari, Direttore Generale ISPRA, che ha ricordato come, secondo la Commissione europea, entro il 2030 la domanda di acqua crescerà del 40% rispetto all'attuale disponibilità.
"Il Paese è da tempo diviso tra alluvioni al Nord e siccità al Sud. Le previsioni ISPRA parlano di una riduzione costante delle risorse nei prossimi anni", ha avvertito Siclari, sottolineando che la minaccia all'acqua non deriva soltanto dal mutamento delle condizioni climatiche, ma in grande parte anche dall'uso improprio e dalle perdite di rete.
Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI, ha in seguito insistito sulla necessità di dare "risposte complesse a problemi complessi", anche alla luce del nuovo scenario dell'intelligenza artificiale, i cui data center richiedono consumi idrici sempre maggiori. Da parte dell'Europa, che a suo parere si limita a posizioni ideologiche con una Water Resilience Strategy poco incisiva, Gargano chiede più coraggio, ricordando come durante la pandemia il continente sia riuscito ad esprimere una visione comune e vincente.
Dal lato istituzionale, il Commissario della Struttura per la Crisi Idrica Gerardo Sansone ha messo in evidenza le contraddizioni di un Paese come l'Italia, ricco d'acqua dal punto pluviometrico rispetto alle medie europee, ma anche grande consumatore, con un prelievo di circa 150 m3 di acqua pro capite al giorno, contro gli 80 della Francia e i 60 della Germania.
Oltre alla frammentazione della gestione, uno dei temi citati è stato il cosiddetto water divide italiano: se al Nord le perdite si attestano attorno al 15-20%, al Sud si registrano picchi fino al 60-70%. A questo proposito, Sansone ha ricordato che sono stati avviati numerosi investimenti, soprattutto grazie al PNRR, ma al momento ne è stato completato solo circa il 50%.
A completare il quadro è stato poi Gianpiero Grillo di ARERA, che ha illustrato le attività dell'Autorità per favorire l'"empowerment" degli utenti finali, mettendoli cioè a conoscenza degli strumenti a disposizione per risolvere problematiche sul territorio: tramite Acquirente Unico, sono stati estesi anche all'idrico servizi come il Servizio Conciliazione, per facilitare il confronto gestore-utente, e il servizio di Segnalazione, utile a individuare le criticità locali per poterle verificare e intervenire tempestivamente.
Innovazione e dissalazione
Il secondo tavolo di discussione si è aperto con l'intervento di Laura D'Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile MASE, sul tema della gestione e delle nuove tecnologie. Ricordando come, secondo dati dell'Agenzia Europea dell'Ambiente riferiti al 2022, circa il 30% della popolazione viva ormai in zone di stressi idrico permanente, D'Aprile ha indicato tra le possibili soluzioni per fronteggiare la crisi il riuso delle acque reflue, lo stoccaggio e la dissalazione. Quest'ultima strada, inizialmente osteggiata dalla Commissione europea, è oggi inclusa nella Water Resilience Strategy grazie anche alla spinta dei Paesi mediterranei.
Su quest'ultimo tema sono poi intervenuti Annamaria Barrile, Direttore Generale di Utilitalia, che ha ribadito l'importanza di valorizzare le acque da riuso, e Luigi Patìmo de Palo, Country Manager Italia di Acciona, che ha illustrato l'esperienza spagnola sottolineando come la dissalazione tramite osmosi inversa sia ormai una tecnologia matura e competitiva anche nei costi.
La necessità di diversificare le fonti è emersa anche dall'intervento di Gianvittore Vaccari, Amministratore Unico di Veneto Acque, che ha sollecitato un quadro normativo più semplice per facilitare il riuso delle acque trattate, capaci di coprire fino al 10% del fabbisogno idrico agricolo: se già adesso 1 miliardo di m3 di acque reflue trattate viene riutilizzato, il potenziale è infatti sei volte superiore.
Energia e acqua: un binomio per la sostenibilità
"Tra l'oro giallo, l'oro nero e quello blu, l'ultimo, l'acqua, è sicuramente quello che non è possibile sostituire. Un elemento indispensabile anche dal punto di vista economico: i maggiori conflitti mondiali del futuro saranno determinati dalla gestione dell'acqua". Con queste parole di Andrea Ferrazzi, Responsabile Relazioni Istituzionali ASVIS, si è aperta la terza e ultima sessione, dedicata al legame tra acqua ed energia.
Tra le proposte di ASVIS citate da Ferrazzi: investire in infrastrutture e tecnologie, garantire la disponibilità idrica alle generazioni future in un'ottica di giustizia intergenerazionale, promuovere pratiche di economia circolare con il riuso, ammodernare le reti e adottare un piano nazionale coordinato con una governance più strutturata.
Dal punto di vista energetico, Carlo Papi di Siram Veolia ha illustrato le opportunità di produrre energia sostenibile dal settore idrico, dai depuratori al fotovoltaico galleggiante, ribadendo l'importanza di un quadro regolatorio stabile e incentivi concreti.
A chiudere il cerchio Paolo Taglioli, Direttore Generale di Assoidroelettrica, che ha fatto luce sugli effetti del cambiamento climatico sulla produzione idroelettrica. "Le piogge sono sempre più concentrate in brevi periodi. Occorre ottimizzare gli impianti per valorizzare l'acqua disponibile in archi temporali ridotti. L'energia è sempre più fondamentale in un contesto geopolitico di crisi", ha concluso.
Come emerso dal dibattito, l'acqua rappresenta una risorsa strategica da tutelare, gestire e valorizzare. Soltanto attraverso una governance più solida ed investimenti mirati per infrastrutture e innovazione tecnologica sarà possibile fronteggiare quella che è a tutti gli effetti la nuova normalità climatica.
Articolo a cura di Daniela Marmugi