Nonostante le recenti piogge autunnali, la Regione continua a patire una grave carenza idrica, come testimonia la situazione della diga Garcia, Trinità e di altre infrastrutture strategiche, oggi praticamente vuote.
Alla luce della gestione del sistema idrico regionale inadeguata e lontana dagli standard necessari per garantire efficienza e sicurezza, in Sicilia urge l'avvio di un piano strategico di raccolta e gestione delle acque, basato su infrastrutture sostenibili. A dirlo è Legacoop Sicilia, che in una nuova nota denuncia come gli ultimi rilievi tecnici evidenzino significative discrepanze nelle stime della quantità reale d'acqua invasata.
Nonostante le recenti piogge autunnali, continua infatti la nota, la Sicilia continua a patire una grave carenza idrica, come testimonia la situazione della diga Garcia, al momento rientrata, o della diga Trinità e di altre infrastrutture strategiche dell'Isola, oggi praticamente vuote.
L'urgenza di un intervento
"Le reti idriche siciliane sono un colabrodo, un sistema fragile in cui ogni emergenza si trasforma in catastrofe. Di fronte a questo disastro annunciato, si evidenzia una lunga catena di responsabilità: di chi ha governato senza programmare con lungimiranza, di chi avrebbe dovuto vigilare e non lo ha fatto, di chi era preposto alla manutenzione di impianti ormai allo stremo", hanno affermato Legacoop Sicilia e Legacoop Agroalimentare.
I risultati di questa negligenza, spiega la nota, sono danni enormi all'agricoltura, sprechi inaccettabili di risorse pubbliche e private, interi territori lasciati senz'acqua nonostante precipitazioni abbondanti: non si tratta di un fenomeno inatteso, ma segnalato da anni da documenti tecnici, studi, piani e monitoraggi.
La richiesta, si legge, è quella di avviare un nuovo piano strategico di raccolta e gestione delle acque, basato su infrastrutture sostenibili, innovative e in grado di prevenire e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici, favorendo l'adattamento del territorio. Inoltre, Legacoop chiede di conoscere lo stato dell'arte degli interventi strutturali finanziati a seguito della proclamazione dello stato d'emergenza, affinché sia garantita la massima trasparenza sul percorso di attuazione.
Conclusa fase critica nel Trapanese. Schifani: "Grande lavoro di squadra tra istituzioni"
L'emergenza idrica che recentemente ha interessato il territorio del Trapanese è rientrata. Lo annuncia in una nota il coordinatore della Cabina di regia regionale e dirigente generale della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, spiegando che la fase critica è stata superata e stanno riprendendo i turni ordinari di distribuzione.
Il superamento dell'emergenza, continua la nota, arriva dopo sei giorni di interventi della macchina organizzativa messa su dalla Protezione civile, che ha attivato il Centro di coordinamento regionale e i Centri operativi comunali che a loro volta hanno inviato le autobotti alle utenze bisognose. Decine di autobotti alcune con capacità fino a 30 mila litri, sono confluite nel territorio da tutta la Sicilia, garantendo rifornimenti continui alla popolazione: secondo i dati provvisori, sono stati effettuati circa 600 carichi, per un totale di 5,5 milioni di litri di acqua trasportati e quattromila utenze servite.
La crisi, spiega la nota, era iniziata dopo la riduzione dei prelievi dalla diga Garcia, scesi da 370 a 200 litri al secondo, in seguito alla revisione delle stime errate sul volume utile comunicate dal Consorzio di bonifica. La diminuzione aveva comportato un calo della portata complessiva dell'acquedotto Montescuro per il Trapanese, passata da 510 a 340 litri al secondo.
A consentire il pieno recupero della portata, si legge, sono stati i lavori disposti dalla Cabina di regia e subito eseguiti da Siciliacque: l'attivazione a pieno regime del dissalatore di Trapani per 100 litri al secondo, la messa in funzione di un nuovo pozzo Staglio per 25 litri al secondo e l'interconnessione tra gli acquedotti Montescuro e Bresciana, che ha consentito un apporto stimato di 30 litri al secondo, comprensivo del recupero delle perdite grazie alle riparazioni su quest'ultimo valutati in 30 litri al secondo.
Proseguono, fa sapere Cocina, anche gli interventi strutturali già programmati, che saranno completati nelle prossime settimane: la nuova stazione di pompaggio dall'invaso Arancio al Garcia, che garantirà fino a 200 litri al secondo, e la condotta di collegamento dei pozzi Inici, in grado di apportare ulteriori 40 litri al secondo al sistema idrico del Trapanese.
Gli interventi realizzati a contrasto della crisi
Negli scorsi mesi, il governo regionale ha avviato una serie di interventi con l'obiettivo di rafforzare in modo strutturale la disponibilità d'acqua nell'isola e contrastare l'emergenza climatica, attraverso un piano multilivello finanziato con risorse nazionali, europee e regionali.
Ad aprile, la Regione ha annunciato nuovi lavori su alcuni dei punti più critici del sistema idrico siciliano: nel Palermitano sono partiti gli interventi per pulire e ripristinare il canale allacciante della traversa "Catagnano", mentre nell'Agrigentino sono proseguiti i lavori sulla traversa Landro, da cui dipende l'adduzione verso il lago Arancio, per convogliare fino a 200 litri al secondo, migliorando la disponibilità idrica per agricoltura e uso civile.
Sempre nella primavera di quest'anno sono stati avviati i lavori per l'installazione dei dissalatori mobili di Gela e Porto Empedocle, un investimento da 100 milioni di euro complessivi, di cui 90 milioni di euro a valere sul Fsc e altri 10 milioni di fondi propri, per garantire un ulteriore supporto concreto all'approvvigionamento idrico delle zone più colpite dalla siccità.
Pochi mesi dopo, a fine luglio, il presidente della Regione Renato Schifani ha effettuato un sopralluogo sui cantieri, annunciando che entro un mese sarebbero entrati in rete fino a 120 litri al secondo di acqua potabile prodotta dai tre dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani, sufficienti a coprire il fabbisogno di circa 200 mila persone.
La Regione ha poi stanziato 4,6 milioni di euro per finanziare la realizzazione di piccoli invasi aziendali destinati alle imprese agricole e zootecniche, e attivato anche un fondo da 1,2 milioni per ampliare la platea degli indennizzi.
Sul fronte della distribuzione, altri 13 milioni sono stati destinati al recupero e al rinnovo delle reti idriche di Messina e Siracusa, tra le più colpite da dispersioni e cali di portata. Ad Agrigento, invece, 50 milioni per rifare l'intera rete cittadina, dove le perdite raggiungono il 50%.

