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24 mag 2018
Problemi di calcare

Come prevenire e risolvere definitivamente con l’applicazione di dosatori di polifosfati prescritto dal DPR 59/09

Nel precedente articolo di aprile abbiamo approfondito il tema inerente la disincrostazione ed il risanamento di un impianto bitermico, ora come ultimo dei sette trattamenti affronteremo il problema ricorrente del calcare, in particolare come riuscire a prevenirlo nonché risolverlo definitivamente tramite l’applicazione di dosatori di polifosfati prescritti inoltre dal Decreto del Presidente della Repubblica n. 59 del 2009.

La formazione del calcare è uno dei problemi principali non solo nel nostro paese, particolarmente ricco di Carbonati di Calcio e Magnesio. L’acqua, sia che provenga da acquedotto, sia da falda sorgiva, contiene svariati sali minerali. In particolare i Carbonati di Calcio e Magnesio, detti anche sali della durezza. La quantità di tali Sali disciolti in acqua ne determinano la durezza, misurata in parti per milione (ppm) di Carbonato di Calcio, o più comunemente in gradi francesi (°f), dove 10 ppm di CaCO3 equivalgono a 1 °f. I sali di Calcio e Magnesio, con il calore si trasformano in carbonati e precipitano formando l’incrostazione comunemente chiamata calcare. Questo succede già attorno ai 35 – 40 °C. Il calcare è un pessimo conduttore di calore e quindi un ottimo isolante termico, ciò vuol dire che dove ci sono incrostazioni sarà necessaria sempre più energia elettrica o termica per riscaldare l’acqua alla temperatura desiderata.

Le incrostazioni nei tubi, poi diminuiscono lo spazio utile per il passaggio dell’acqua e possono causare anche una corrosione puntiforme, la più temibile perché obbliga la sostituzione o la riparazione delle tubazioni, senza contare poi i danni dovuti all’ostruzione causati a valvole, elettropompe, miscelatori, teste delle docce, etc. La soluzione a tutti questi problemi è l’abbattimento della durezza, ossia l’addolcimento o il condizionamento dell’acqua dell’impianto come prescritto dal DPR 59/09.

Da molti anni è diffusa la tecnica di additivare dei prodotti chimici specifici all’acqua potabile per la protezione degli impianti idrici dalla corrosione e dalle incrostazioni di calcare; tra questi ha preso piede l’utilizzo di dosatori proporzionali di polifosfato. Quest’ultimo infatti si combina con la durezza dell’acqua e ne impedisce la precipitazione (in particolare quando l’acqua viene riscaldata in caldaie, boiler, lavatrici, lavastoviglie, etc.), evitando così la formazione di incrostazioni, che determinano perdite di efficienza dei sistemi di riscaldamento e elevati consumi energetici. Il polifosfato inoltre esplica una funzione protettiva delle tubazioni esercitando un’azione anticorrosiva. Il dosaggio del polifosfato, diffuso sul mercato in diverse forme, in particolare polvere, cristalli, liquido e ricariche, è generalmente realizzato con due tipologie di sistemi: proporzionali e non proporzionali. I sistemi non proporzionali dosano una quantità di fosfati nell’acqua indipendentemente dalla portata e dal consumo. I sistemi proporzionali invece dosano una quantità di fosfati nell’acqua proporzionale alla portata ed al consumo, risultando particolarmente indicati per il trattamento di acque destinate al consumo umano. In particolare i sistemi con polifosfato in polvere, come i nostri WL-DOSP 5-6-7 (Fig. 1), funzionano in maniera medesima dei dosatori proporzionali per polifosfato in cristalli quale WL-DOSP HA, ossia dosando l’additivo in modo proporzionale per effetto Venturi.